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giovedì 4 dicembre 2014

«Questa è la storia di bravi ragazzi...»: 30 anni di scoutismo a Casteldaccia (1984-2014)*

«Il movimento dei boy-scouts è una organizzazione giovanile internazionale, apolitica, amilitare e interconfessionale, sorta in Inghilterra nel 1907, per iniziativa del generale sir Robert S. Baden-Powell»,[1] che gli scout e le guide di tutto il mondo e di ogni tempo chiamano B. P..
Il movimento scout si propone l'obiettivo «di formare il carattere del ragazzo», appunto "boy", e farli diventare buoni cittadini e buoni cristiani. Attraverso il principio del "tutto col gioco, nulla per gioco", lo scoutismo si propone come vero e proprio metodo educativo. I criteri base del metodo educativo scout sono il contatto con la natura; la fiducia nel ragazzo; l'autogoverno nella vita associata; lo sviluppo di capacità manuali ed espressive. «Affinché il ragazzo riesca a condurre questa vita occorre il supporto di una legge morale; questa è condensata in 10 articoli che sono uguali per tutte le associazioni del mondo».[2]
In Italia il primo esperimento di introduzione dello scoutismo fu fatto nel 1910. La prima associazione scout italiana a carattere nazionale fu fondata nel 1912, la CNGEI (Confederazione Nazionale Guide Esploratori Italiani), tutt'ora esistente. Oggi in Italia esistono numerose associazioni a carattere nazionale e regionale, nate dalle continue scissioni che hanno caratterizzato la storia dello scoutismo italiano.
Nonostante lo scoutismo italiano abbia una storia ultracentenaria, a Casteldaccia gli scout arrivano soltanto negli anni Ottanta del Novecento, inizialmente come squadriglie[3] libere, una di Guide e una di Esploratori, che nel 1983 si recavano a Ficarazzi per fare attività scout. Ficarazzi era il luogo più vicino dove fosse attivo un gruppo scout. Gli anni '80 erano del resto anni difficili per Casteldaccia, e bisognava fare qualcosa per le sue ragazze e i suoi ragazzi. Nulla di eroico - commenta oggi Germana Chillemi, una dei protagonisti di quegli anni - ma solamente una ricerca di stimoli e un pizzico di sana e genuina "incoscienza" giovanile furono presupposti fondamentali per far sì che lo scoutismo giungesse anche qui.
Il gruppo scout "Santa Chiara d'Assisi" di Casteldaccia nasce, quindi, ufficialmente il 9 dicembre 1984 a Piana degli Albanesi sotto la "protezione" dell'Immacolata. Al legame coll'Immacolata si suole riportare anche la scelta dei colori del fazzolettone.[4] I colori del fazzolettone casteldaccese sono l'azzurro e il celeste, gli stessi colori delle vesti della statua della Madonna dell'abside della Chiesa Madrice di Casteldaccia. Una leggenda vuole che i colori del fazzolettone dovessero essere il bianco e il celeste, ma questi che furono poi scartati per adottare l'azzurro e il celeste.
Il nome "Santa Chiara" è, invece, legato idealmente a quello di "San Francesco" che è il nome del gruppo scout di Ficarazzi, ricostituitosi quest'anno, ma che rese possibile, grazie al prezioso aiuto di Vincenzo Belmonte ed Elisa Guccione, capi scout ficarazzesi, l'esistenza dello scoutismo a Casteldaccia.
Il Casteldaccia 1, così anche noto (sebbene non esistano altri gruppi in paese da giustificare l'uso del numero cardinale) aderisce all'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici, detta anche FSE (Federazione Scout D'Europa), nata dalla scissione del 1976 con l'AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), la più importante associazione scout italiana per numero di iscritti, mentre la FSE è la seconda.
Un gruppo scout si compone di sei unità, tre femminili e tre maschili. Le tre femminili sono il Cerchio delle Coccinelle (formato da bambine tra gli 8 e gli 11 anni), il Riparto di Guide (ragazze tra gli 11 e i 16 anni) e il Fuoco delle Scolte (ragazze tra i 16 e i 21/23 anni). Le unità maschili sono il Branco dei Lupetti (bambini tra gli 8 e gli 11 anni), il Riparto degli Esploratori, i veri e propri "boy-scouts" (ragazzi tra gli 11 e i 16 anni) e il Clan dei Rover (ragazzi tra i 16 e i 21/23 anni). A coordinamento del gruppo scout provvede una Comunità Capi o Direzione di Gruppo, che è formata, nella norma da scout e guide che hanno completato il percorso delle ultime unità (Rover e Scolte), e quindi si tratta di persone con più di 21 anni, ma senza limite di anzianità.[5]
All'interno della Direzione di Gruppo è riconosciuto un Capo Gruppo.[6] Il primo capo gruppo di Casteldaccia fu Germana Chillemi, alla quale va il merito di aver portato, insieme con la sorella Antonella, lo scoutismo a Casteldaccia. Germana Chillemi fu capo gruppo fino al 1988, incarico che poi passò a Ivo Cusimano che lo tenne fino al 1991.
Al momento della creazione del gruppo scout casteldaccese erano attive soltanto tre unità: il Riparto degli Esploratori, il Riparto delle Guide e il Cerchio delle Coccinelle. La sede del gruppo era nei locali del Cinema Italia in via Allò e nei locali della radio, all'ultimo piano di casa Modica in Piazza Madrice.
Il Riparto degli Esploratori, nato nel 1984, prese il nome di "Trapper boys" (letteralmente "cercatori di tracce"). Il suo nucleo originario va ricercato nella squadriglia libera, la squadriglia Tigri (il motto storico della squadriglia è "Tigri sul giusto sentiero"), formata da nove ragazzi casteldaccesi, che già nel 1983 si recava ogni sabato con l'autobus a Ficarazzi per fare attività scout. Quei ragazzi della squadriglia Tigri erano Rosario Canale (capo squadriglia), Salvatore Parietario (vice-capo sq.), Michele Pedone, Nunzio Di Salvo, Piero Buttitta, Giuseppe Calì, Mario Buttitta, Nino Pecoraro e Rosolino Valoroso. Poco tempo dopo la nascita del Riparto fu creata anche la squadriglia Lupi, il cui capo sq. era Fabio Spatafora. Lupi e Tigri sono sempre rimaste le squadriglie storicamente rivali a Casteldaccia. Il primo Capo Riparto di Casteldaccia fu Ignazio Modica fino al 1988, sostituito da Donato Cusimano, che fu capo riparto fino al 1992.[7]
Il Riparto delle Guide, nato anch'esso con il gruppo, prese il nome di "Edelweiss" (nome tedesco della stella alpina, mentre il loro motto era e continua ad essere "Edelweiss: per un mondo migliore"). La prima Capo Riparto fu la stessa capo gruppo, Germana Chillemi, che rimase a capo dell'unità fino al 1987, cui seguì una breve parentesi di Guendalina Zangara e un triennio di Giusi Manzella. Anche per il Riparto delle Guide la sua storia inizia l'anno prima a Ficarazzi, dove la squadriglia libera, la squadriglia Colombe ("Colombe cosa siamo? Portatrici di pace!", questo era il loro motto) si recava per fare la riunione di riparto il sabato con le altre guide del luogo. Quelle ragazze della squadriglia Colombe erano Daniela Canale, Marianna Virruso, Antonia Raia, Elisa Cosentino, Rita Pecoraro e Antonella Modica. Alla squadriglia Colombe poi si unì anche una squadriglia Castori.[8]
Il Cerchio delle Coccinelle "La Genziana" nacque con il gruppo. La prima Capo Cerchio fu Antonella Chillemi, che ricoprì l'incarico fino al 1989, per poi lasciare l'incarico a Lucia Pedone che lo tenne fino al 1994.[9]
Non era certamente facile convincere le famiglie casteldaccesi degli anni Ottanta a lasciare che le figlie dormissero fuori, e per di più in tenda! Tuttavia l'aiuto di alcune famiglie permise che il progetto scout non abortisse all'inizio. Una mano d'aiuto allo scoutismo casteldaccese venne anche dalla Parrocchia, retta ai tempi da don Salvino Maiorca, che accolse con piacere e fiducia i giovani col fazzolettone che da allora hanno sempre animato la messa domenicale delle 10, quella "dei bambini".
Nel 1986, due anni dopo la fondazione del gruppo, vengono costituiti il Clan "San Massimiliano Kolbe" con a capo Ivo Cusimano, che rimase a capo del clan per tutti gli anni '80 fino al 1991.[10]
Nello stesso anno nasce il Fuoco "La Ginestra", formato da Giusi Manzella, Elisabetta Cosentino, Lucia Pedone, Marianna Virruso e Federica Vassallo, con a capo Giusi Calò. La scelta del nome "La Ginestra" richiama quell'eco leopardiana che vuole il fiore della Ginestra, capace di raggiungere vette e luoghi impervi impossibili ad altri fiori. Quello stesso inverno il Fuoco si reca ad Assisi per la Route invernale. Nel 1987 il giovanissimo Fuoco, gemellato con le Scolte del gruppo scout di Treviso partecipa alla Route Nazionale che si svolge sui Monti Sibillini tra l'Umbria e le Marche (alla Route Nazionale partecipa anche il Clan "San Massimiliano Kolbe"). A capo del Fuoco è Giusi Calò, che rimase a guida dell'unità fino al 1991, anno in cui le Scolte casteldaccesi, gemellate con le omologhe di Brest, presero parte alla Route Internazionale a Fountenay nel Dipartimento del Cote D'Or in Francia.[11]
Nel 1988 il Clan e il Fuoco partono alla volta di Lourdes con i Treni Bianchi, dove verranno firmate la prima Carta di Clan e la prima Carta di Fuoco.[12]
Per la costituzione dell'unità dei Lupetti, il Branco "Mowgli", bisogna attendere fino al 1988, anno in cui Michele Pedone diventa il primo "Akela" di Casteldaccia, rimanendovi fino al 1993.[13] Nel 1993 tuttavia la branca dei Lupetti viene chiusa, per essere ricostituita soltanto nel 1995 sempre ad opera di Michele Pedone.

Negli anni '90 lo scoutismo casteldaccese accusa alcuni momenti di crisi e calo delle iscrizioni a causa di una situazione di instabilità, dovuta al ricambio generazionale (naturale) che interessa la direzione di gruppo. Non fu, contrariamente da quanto avvenuto negli anni '80, d'aiuto la Parrocchia, che nella figura di don Leonardo Ricotta guardò con indifferenza e fastidio agli scout, pur essendo un'associazione cattolica riconosciuta dalla Chiesa.
Nel 1992, in aiuto del gruppo scout, corre Gioacchino Castronovo, che da genitore di ragazzi iscritti agli scout, si impegna per dare una mano onde evitare una possibile chiusura, diventando Capo Gruppo, per rimanervi fino al 1996. All'arrivo di Gioacchino Castronovo il gruppo è comunque formato di tutte le unità (Lupetti con Michele Pedone, Riparto con Nino Pecoraro, Clan con Fabio Spatafora, Cerchio con Lucia Pedone, Riparto Guide Enza Pedone e Fuoco Giusi Manzella). In quell'anno il Clan casteldaccese realizza una delle più belle imprese della sua storia: l'ascesa al Gran Sasso!
L'anno più critico è il 1994 in cui risultano contemporaneamente chiuse le unità dei Lupetti e delle Coccinelle. Nel 1994, tuttavia, si registra la partecipazione del Riparto "Trapper Boys" guidato da Nino Pecoraro, formato ora da tre squadriglie (Tigri, Lupi e Pantere) all'Eurojamboree, raduno internazionale svoltosi a Viterbo dal 31 luglio al 7 agosto, cui parteciparono 7500 ca. scout provenienti da 16 paesi europei.
Nel 1995 è ricostituito il Branco "Mowgli" con Michele Pedone e già alla riapertura dell'unità in settembre si registrano quasi 30 adesioni, che raddoppiano l'anno successivo, tanto da determinare l'apertura di un'ulteriore unità di Lupetti, il Branco "Fiore Rosso", il cui "Akela" diviene Giovanni Fiorante, l'anno prima aiuto capo al "Mowgli". Tra il giugno e il luglio del 1996, il ricostituito branco "Mowgli" parte per le Vacanze di Branco in località Poggio Maria vicino Cefalù, insieme con i Lupetti e le Coccinelle del Palermo 8°, gruppo con cui gli scout casteldaccesi vantano una storica amicizia.
Nell'anno scout 1996-1997, che vede una parentesi di Antonella Chillemi a capo del gruppo, si registrano l'assenza del Cerchio e l'assenza del Fuoco, quest'ultimo temporaneamente aggregato al gruppo scout del Villabate 1°. Nello stesso anno il calo delle presenze nel gruppo scout di Santa Flavia, lo costringe a confluire nel gruppo di Casteldaccia, il quale accoglie calorosamente gli scout di Santa Flavia.
Dal 1996 al 2002 gli scout sono ospitati nei locali del Centro Sociale, luogo ideale per spazio e funzionalità.
Fino al 1999 il gruppo vanta l'esistenza di due unità di Lupetti (nel frattempo Michele Pedone è sostituito da Franco Dinolfo, entrato qualche anno prima e proveniente dall'associazione scout San Benedetto, separatasi dalla FSE nel 1992, e caratterizzata da un certo rigidismo - se non integralismo - cattolico). In quell'anno sono a capo del Cerchio, nel frattempo ricostituito nel 1997, Katia Tortora, degli Esploratori Antonino Lo Coco, del Clan Marcello Avellone, del Riparto Guide Giusi Tortora, mentre il Fuoco è costretto a ricorrere a un capo esterno, Nunzia Paparopoli del Villabate 1°.
Il 1997 è l'anno in cui Casteldaccia ospita il B. P. day (il giorno in cui gli Scout e le Guide di tutto il mondo ricordano il fondatore del movimento, solitamente la domenica più vicina al 22 febbraio). Il 23 febbraio 1997 a Casteldaccia si riuniscono quasi mille scout del distretto Palermo Est. Sono presenti i gruppi di Barcellona Pozzo di Gotto, Sant'Agata di Militello, Villabate 1° e 3°, Campofelice, Misilmeri 1° e 2°, Palermo 2°, Portella di Mare, Santa Flavia. Il 1997 è anche l'anno della Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi dal 19 al 24 agosto. Dopo il campo mobile sul Massiccio Centrale francese i Rover e le Scolte di Casteldaccia marciano alla volta della capitale francese.
Dal 1999 al 2001 Akela è Franco Dinolfo, che diventa capo gruppo l'anno successivo, lasciando il branco a Giovanni Fiorante, passato per una brevissima esperienza di aiuto capo al Clan. Questi anni sono anche quelli del Riparto di Antonino Lo Coco, il quale portò il Riparto, storicamente composto da due squadriglie, ad averne quattro (Tigri, Lupi, Cobra e Falchi). È necessario dire anche che il notevole aumento delle iscrizioni al Riparto fu anche determinato dal cospicuo numero di Lupetti degli anni 1996-1999, che passarono al Riparto, perché superati gli 11 anni di età. Più complessa la vicenda del Riparto Guide che, dal 1996 al 2002, è costretto a cambiare 6 capo riparto fino a giungere alla temporanea chiusura dopo l'anno catastrofico in cui Rita Perricone fu Capo Riparto (le precedenti capo riparto erano state Alessandra Pastorello, Rosalia Orlando, Giusi Tortora, Rosalia Sberna). Nonostante ciò anche per il Riparto delle Guide di questi anni ebbe un momento di incremento del numero delle iscrizioni (si passò anche in questo caso da due a quattro squadriglie, aggiungendosi alle esistenti Aquile e Scoiattoli, le squadriglie Panda e Antilopi).
Nel 1999 il Riparti casteldaccesi realizzarono dal 24 luglio al 2 agosto una tra le più belle esperienze estive, il campo in Calabria, sulle pendici dell'Aspromonte, precisamente a Piano di Zervò, insieme con i gruppi scout di Sant'Agata di Militello e di Bovalino (RC). In quegli stessi giorni il Clan casteldaccese, insieme con gli altri Clan del distretto Palermo EST, affrontò a piedi e con zaino in spalla i 75 km che distano da Locri a Piano di Zervò.
Nel 2000, anno del Giubileo e della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma, il Clan "San Massimiliano Kolbe" e il Fuoco "La Ginestra" si recarono dal 15 al 20 agosto nella capitale per partecipare alla 15° GMG. Il clan di Casteldaccia fu gemellato per l'occasione con i Fuochi e i Clan dei gruppi di Ponzano Veneto 1°, Varese 3°, Roma 19° e Palermo dell'associazione San Benedetto. A vivere quell'esperienza furono i Rover Giuseppe Di Giacinto, Giovanni Montesanto, Andrea Canale, Marco Lo Coco, Marco Avellone, Salvatore Fricano, Pierluigi Barca (guidati da Marcello Avellone, capo Clan dal 1997 al 2003), le Scolte Giusi Virruso, Marianna Fricano, Francesca Di Domenico, Rita Manzella, Maria Manzella, Rosalia Orlando, Anna Caruso, Marzia Santoro (guidati da Marianna Di Domenico, capo Fuoco fino al 2003), i capi Antonino Lo Coco e Nino Pecoraro in qualità di Incaricato Regionale Branca Rover per la Sicilia. Anche il Riparto "Trapper Boys" si era recato qualche settimana prima a Roma per il Giubileo.
Nell'estate del 2002, sempre gli Esploratori parteciparono al Campo Regionale degli Esploratori siciliani, che si svolse però in provincia di Viterbo, a Soriano nel Cimino, presso la base Brownsea della Federazione. Alla fine dell'estate il gruppo subì lo "sfratto" dal Centro Sociale, chiuso per inagibilità (o chissà che altro) ed è costretto a cercarsi una sede. Un magazzino in via Messina ospita temporaneamente gli scout fino al 2004, quando il Comune di Casteldaccia concede al gruppo l'uso dei locali dello spettrale ex-macello comunale, struttura gelidissima situata all'inizio della via del Vallone, che è tutt'oggi la sede.
All'inizio del 2003, durante il Campo Invernale tra il 2 e il 5 gennaio a Ventimiglia di Sicilia, gli Esploratori e le Guide casteldaccesi, insieme con gli omologhi del Villabate 1°, il Palermo 2° e il Portella di Mare, hanno la splendida occasione di osservare le stelle e Giove con il telescopio dell'osservatorio astronomico comunale grazie alla disponibilità dei volontari dell'associazione astrofili ORSA.
Gli anni dal 2002 al 2004 sono anni duri per il Riparto degli Esploratori, che nell'ultimo anno a guida di Antonino Lo Coco, sostituito l'anno successivo da Marcello Avellone, si riduce di fatto a un solo Esploratore, l'intrepido Daniele Montesanto (al campo estivo del 2003 a Sambuca insieme con i gruppi scout di Belmonte, Campofelice, Villabate 1° e Palermo 2° partecipano solo tre esploratori). Le sorti per il Riparto mutano con la nomina di Giovanni Montesanto a capo Riparto. Nel giro di due anni, il riparto ritorna ad avere 4 squadriglie (Lupi, Cobra, Pantere, Tigri) con poco meno di 30 iscritti. In questi anni del primo decennio del terzo millennio il gruppo ritrova una sua stabilità grazie a una direzione di gruppo che cambia poco e vede un buon affiatamento, cosa che permette alle unità di seguire un percorso scout lineare e costruttivo: Marcello Avellone è capo gruppo dal 2005 al 2011; Giovanni Montesanto è capo Riparto dal 2004 al 2009; Marco Avellone è Akela dal 2002 al 2008; Nino Pecoraro è capo Clan dal 2003 al 2013; Anna Caruso e Rita Manzella sono rispettivamente capo Cerchio e capo Riparto dal 2003 al 2009; Francesca Di Domenico è capo Fuco dal 2004 al 2010.
Alla fine del 2006 i Rover e le Scolte casteldaccesi ricevono la gradita visita del Clan e del Fuoco del gruppo scout di Cupramontana, un paesino della provincia di Ancona, con i quali scalano Rocca Busambra, sopra Ficuzza, nei giorni tra il 27 e il 29 dicembre. Pochi mesi dopo, il 25 febbraio del 2007, il gruppo scout al completo celebra a Villabate il 150° anniversario della nascita di Baden Powell, fondatore degli scout, e il 100° anniversario dello scoutismo nel mondo, aderendo all'invito della Federazione, di celebrare insieme a scout di altre associazioni, al fine di ribadire l'unità del movimento.
Nel 2007 il Clan e il Fuoco di Casteldaccia partono alla volta dei Monti Tatra, tra la Slovacchia e la Polonia, per prendere parte al primo Euromoot della storia degli Scouts d'Europa, che si svolge dal 4 al 11 agosto, in cui si riuniscono 3000 tra Rover e Scolte provenienti da 14 paesi europei. Nel 2009 la scomparsa del rover Giuseppe Spataro segna il momento più triste della storia dello scoutismo casteldaccese. Nel novembre 2011 i Rover di Casteldaccia danno il loro aiuto per liberare dal fango Barcellona Pozzo di Gotto colpita da un'alluvione.
Nel 2012, l'Alta Squadriglia Aironi del Riparto "Edelweiss", si reca dal 16 al 21 marzo ad Assisi. Nello stesso anno il Clan "San Massimiliano Kolbe" si rimette in marcia per partecipare dal 4 al 10 agosto al Campo Mobile Nazionale sulle Alpi venete. Alla fine del 2012 giunge anche un nuovo assistente spirituale, don Salvatore Pagano, che da subito mostra interesse e vicinanza agli scout.
Dopo il 2010 inizia, tuttavia una confusa fase, in cui la mancata formazione in una nuova generazione di capi porta a continui cambi ai vertici delle unità e ad alcuni contrasti all'interno della direzione di gruppo. E se i quattro anni di Chiara Cassata, dal 2009 al 2013, e il ritorno di Rita Manzella al Riparto fino ad oggi sono nel segno della continuità (stesso discorso può farsi per il Clan ora affidato a Giovanni Montesanto dopo l'egemonia decennale di Nino Pecoraro), lo stesso non si può dire per le altre unità. Infatti, al momento non è attivo da tre anni il Cerchio delle Coccinelle; il Fuoco è aggregato al gruppo scout del Misilmeri 1°; il Branco dei Lupetti ha cambiato dal 2010 ad oggi 4 capi unità ed è stato chiuso nel 2012-2013 (Marco Avellone, Salvatore Buffa in prestito dal Misilmeri 2°, Alessandro Musca, che sebbene censito a Casteldaccia, proviene dal gruppo del Palermo 2° e Giancarlo Mancuso); il Riparto Esploratori ha cambiato 5 capi unità in sei anni (Alberto Sanguedolce, Giovanni Montesanto, Alessio Mancuso, Giovanni Raia e Carmelo Carbone). È bene dire che nella scelta di Giancarlo Mancuso, Giovanni Raia e Carmelo Carbone, giovanissimi capi, la direzione di gruppo ha espresso una scelta coraggiosa e sensata che per troppo tempo si è rifiutata di prendere, e che negli anni precedenti ha portato spesso all'azzeramento del Clan e del Fuoco, bruciando così la possibilità di formare una nuova generazione di capi e tradurre ancora negli anni successivi il gruppo scout.
È doveroso dire che, nonostante la critica mossa, complice di un difficile ricambio generazionale tra le fila dei capi unità è stata la mai terminata diaspora, che ha visto un numero sempre più elevato di giovani lasciare Casteldaccia per cercare lavoro fuori dall'Isola, spesso al Nord. Il fenomeno dell'emigrazione ha, quindi, investito anche il gruppo scout. Numerosi i rover, le scolte e i capi che sono andati via per crearsi un futuro altrove, e che sicuramente sarebbero stati una risorsa per lo scoutismo casteldaccese.
Come si è capito, questa breve storia dello scoutismo a Casteldaccia non parte del presupposto di festeggiare il 30° anniversario che si celebra in questi giorni e di fare, quindi, un'apologia dello scoutismo, bensì ha come obiettivo quello di raccontare un fenomeno sociale, che ha avuto nel paese un riscontro positivo, una continuità pluridecennale, restando attivo tutt'oggi (tra le associazioni ancora vive a Casteldaccia, soltanto la squadra di calcio casteldaccese vanta qualche anno in più di attività). Non è troppo lontano dal vero sostenere che tutti i casteldaccesi hanno avuto almeno una volta a che fare con gli scout o gli "scavusi", come li chiamano gli anziani, perché era scout il cugino, l'amico, il compagno di classe o perché li hanno visti correre per le strade del paese, o sentiti cantare in chiesa. Non è stato possibile al momento fare una stima del numero di iscritti complessivo che il gruppo scout ha avuto a Casteldaccia dal 1984 ad oggi, anche se questo è un dato molto interessante e importante sul quale il blog CasteldacciaPuntoDoc ritornerà.
Si poteva fare una storia del gruppo scout dando maggiore risalto ad alcuni aspetti, piuttosto che ad altri. Ho scelto di dare più spazio ai capi unità, perché ritengo che il merito di compiere trent'anni va a coloro che hanno investito tempo ed energie per i giovani e giovanissimi assumendosene sempre la responsabilità.





Questa breve storia delle Guide e degli Scout a Casteldaccia è dedicata alla memoria del rover Giuseppe Spataro (11 novembre 1985 - 5 settembre 2009).






* Ringrazio Germana Chillemi, Nino Pecoraro, Giusi Manzella, Chiara Cassata, Francesco Drago, Mariella Lombardo, Giovanni Montesanto, Rita Manzella, Giuseppe Di Giacinto, Giuseppe Lanza, Pierluigi Barca, Gioacchio Castronovo, Giancarlo Mancuso, Letizia Loria, Andrea Canale, Anna Maria Fricano, Alessio Mancuso, Simona Santoro, Rossella Canale, Giovanni Fiorante che mi hanno aiutato con i loro ricordi in questa ricostruzione. Ringrazio Giovanni Raia per l'utilizzo della foto del fazzolettone. La citazione «Questa è la storia di bravi ragazzi...» è l'incipit tratto dall'omonima canzone composta da Salvatore Paretario, da sempre ritenuta l'inno degli scout di Casteldaccia.

[1] Scoutismo, in Enciclopedia on line Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/scoutismo/ (ultimo accesso: 25/04/2021).

[2] Legge dello Scout: 1. Lo Scout considera suo onore il meritare fiducia; 2. Lo Scout è leale; 3. Lo Scout è sempre pronto a servire il prossimo; 4. Lo Scout è amico di tutti e fratello di ogni altro Scout; 5. Lo Scout è cortese e cavalleresco; 6. Lo Scout vede nella natura l'opera di Dio: ama le piante e gli animali; 7. Lo Scout ubbidisce prontamente; 8. Lo Scout sorride e canta anche nelle difficoltà; 9. Lo Scout è laborioso ed economo; 10. Lo Scout è puro di pensieri, parole e azioni.
Legge della Guida: 1. La Guida considera suo onore il meritare fiducia; 2. La Guida è leale; 3. La Guida è sempre pronta a servire il prossimo; 4. La Guida è amica di tutti e sorella di ogni altra Guida; 5. La Guida è cortese e generosa; 6. La Guida vede nella natura l'opera di Dio: ama le piante e gli animali; 7. La Guida ubbidisce prontamente; 8. La Guida sorride e canta anche nelle difficoltà; 9. La Guida è laboriosa ed economa; 10. La Guida è pura di pensieri, parole e azioni.

[3] Una squadriglia è un gruppo di 6-8 ragazzi, guidato da un capo, detto capo squadriglia e da un vice. Essa porta il nome di un animale, il quale è raffigurato nella bandiera di squadriglia, chiamata "guidone".

[4] Ogni gruppo scout si contraddistingue dagli altri per i colori del fazzolettoni che gli scout promessati portano al collo.

[5] Con il termine "scout" si intendono tutti gli iscritti di sesso maschile al movimento, mentre con il termine "guide" si intendono tutte le iscritte di sesso femminile senza distinzione di età. Userò il termine "Guide" con l'iniziale maiuscola per indicare solo le ragazze dagli 11 ai 16 anni che compongono un Riparto.

[6] Il Capo Gruppo si distingue per le barrette arancioni cucite sulle spalle del maglione blu dell'uniforme invernale o sulla camicia color kaki dell'uniforme estiva.

[7] Gli Esploratori indossano in inverno l'uniforme composta da magliettina blu a maniche corte, camicia color kaki, maglione blu, fazzolettone, pantaloni di velluto blu, calzettoni blu fino al ginocchio, scarpe da trekking e basco blu; d'estate magliettina blu a maniche corte, camicia color kaki, fazzolettone, pantaloni corti di velluto blu, calzettoni blu fino al ginocchio, scarpe da trekking e cappellone color kaki. Il Capo Riparto si contraddistingue per le barrette verdi sulle spalle.

[8] Le Guide indossano d'inverno l'uniforme composta da magliettina blu a maniche corte, camicia color celeste, maglione blu, fazzolettone, gonna-pantalone di velluto blu, calzettoni blu fino al ginocchio, scarpe da trekking e basco blu; d'estate magliettina blu a maniche corte, camicia color celeste, fazzolettone, gonna-pantalone di velluto blu, calzettoni blu fino al ginocchio, scarpe da trekking e cappellone color blu. La Capo Riparto si contraddistingue per le barrette verdi sulle spalle.

[9] Le Coccinelle si contraddistinguono perché indossano un copricapo, detto zucchetto, di colore rosso con sette punti neri (come l'elitre dell'insetto da cui prendono il nome), da una camicia celeste (e da un maglione blu nella stagione invernale), il fazzolettone al collo, una gonna-pantalone di velluto blu e calzettoni blu. La Capo Cerchio si contraddistingue per le barrette gialle sulle spalle.

[10] I Rover indossano la stessa uniforme degli Esploratori. Il Capo Clan si contraddistingue per le barrette rosse sulle spalle.

[11] Le Scolte indossano la stessa uniforme delle Guide. La Capo Fuoco si contraddistingue per le barrette rosse sulle spalle.

[12] La Carta di Clan e la Carta di Fuoco sono rispettivamente le carte base di un Clan di Scout e di un Fuoco di Scolte ed è scritta e firmata dagli stessi membri delle comunità di appartenenza. Hanno come argomenti fondamentali i quattro "piloni portanti" del Clan e del Fuoco: la comunità, la strada, la fede e il servizio. Tuttavia può anche essere costituita da punti come la Partenza, la gioia, la scelta politica, stile ed essenzialità. Vivere pienamente ciascuno di questi argomenti, in modo sia spirituale che concreto, è l'obiettivo del clan. La fede può anche non essere trattata a parte, visto che spesso è considerata intrinseca degli altri aspetti della vita di Clan e di Fuoco.

[13] I Lupetti indossano la "pelliccia": d'inverno un maglione di lana verde, pantaloni corti di velluto blu, calzettoni, scarpe da trekking e berretto verde all'inglese a spicchi contornati di giallo; d'estate il maglione è sostituita da una maglietta a girocollo verde.

2 commenti:

  1. Auguri al gruppo! È stato emozionante rileggerne la storia, in parte anche vissuta.

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  2. Auguri al gruppo per il suo trentennale e auguri agli scout che ne hanno fatto parte (come me), che ne fanno parte oggi e che ne faranno parte domani perchè..."una volta scout, sempre scout" come diceva il nostro fondatore. Complimenti per l'articolo che mi ha fatto rivivere le stesse emozioni di trentanni fa.

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